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OPERA-AZIONE: DA DOVE VENIAMO…
Art Forum Wurth di Capena 2016

Questa opera-azione, un’installazione site specific con interazioni e accadimenti, prosegue e sviluppa una ricerca che Ugo Spagnuolo ha già avviato da anni, sin dall’appartenenza al duo artistico “Radice di tre”. L’idea di partenza è quella di un’arte democratica dove il pubblico stesso è coprotagonista, interattore ed elemento costituente di un’opera che a sua volta è legata al luogo in cui è ambientata. L’incipit è quindi proprio lo spazio espositivo e ciò che esso ospita: la mostra sull’arte irregolare nella Collezione Würth. La metodologia operativa è quella di un laboratorio aperto, progressivo e mai finito, che utopisticamente ha l’intento di creare un archivio totale della memoria individuale e collettiva.
Da dove veniamo… domanda esistenziale sottotitolo e tema conduttore dell’operazione (che porta implicitamente con sé le conseguenti domande: dove siamo e dove andiamo), è il vuoto di memoria che si vorrebbe individuare, è la storia perduta di un viaggio nell’alterità, di un attraversamento talvolta violento che, come una nascita, ha condotto o condurrà in un altro mondo. La finalità è di cercare, recuperare, svelare, far riemergere le tracce invisibili oscurate, dimenticate, cancellate o sottratte alla consapevolezza… di trascrivere e trasmettere questi segni. Nel luogo dell’azione, debitamente allestito, si compie il serio gioco del rituale per il suggellamento del vuoto-pieno allocato in un archivio a oltranza. Le bottiglie riempite divengono letteralmente la vetrina della memoria censurata o immemorabile, lapsus autoprovocati e indotti, eredità e bagagli (come valigie duchampiane), verità dissimulate, piccoli personali monumenti commemorativi… padri adottati e figli futuri…

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LABORATORIO APERTO

Un’attività laboratoriale progettata dall’artista e della prof.ssa Jolena Ceschel con la collaborazione del Maestro d’arte Raffaella Tommasi ha Permesso di approfondire gli aspetti più progettuali e concettuali, stimolando i partecipanti a realizzare un vuoto di memoria più strutturato, che ha integrato l’allestimento nel giorno del vernissage e del finissage. Il pubblico, per tutta la durata della permanenza dell’installazione, ha potuto realizzare i propri vuoti di memoria, con il materiale messo a disposizione in loco e le bottiglie hanno arricchito l’opera in continua crescita.